Definizione

(c) taliesinIn questa sezione faremo un excursus della definizione di interpretazione, ripercorrendo quelle più significative, per dimostrare come tale concetto si sia evoluto nel corso della storia fino a trasformarsi in un concetto ampio che include questioni come: trasferimento culturale, implicazioni pragmatiche, funzionalità e persino indipendenza del testo di arrivo come prodotto valido da per sé (Alonso 1998: 15).

Tra i primi studi di interpretazione come disciplina troviamo The Interpreter’s Handbook: How to become a conference interpreter di Jean Herbert (1952), che include una serie di criteri sull’interpretazione molto similia quelli applicati oggi Herbert definiva così questa disciplina:

The mission of the interpreter is to help individuals and communities to acquire a fuller knowledge and a deeper understanding of one another, and, what is still more important, a greater respect for one another. Also to come to an agreement if they should want to do so. […] The conference interpreter is an assistant whose intelligent contribution is an indispensable factor in any international gathering (1952: 3).

Con questa definizione, Herbert si allontana dall’idea tradizionale che vedeva l’interprete come una specie di macchina, il cui compito era trovare parole equivalenti a quelle emesse in un’altra lingua in maniera automatica e veloce.

In linea con la definizione di interpretazione, Christiane Nord apporta due elementi essenziali: da una parte la comunicazione o trasferimento interculturale, dall’altra la compresenza dell’autore-interprete-destinatario nella situazione comunicativa. A questo proposito, l’autrice afferma:

Interpreting is a special form of translation, because the situation requires the presence of the ST recipient (ST-R) as well as the translator and the TT recipient (TT-R). Since interpreting is a form of face-to-face communication, both the sender and the recipient are present -as is shown in the usual models of communication- together with the translator in the role of TT producer. All the participants communicate in the same place at the same time using the same medium, and the function of the text is the same for all of them except the translator. However, what is different is the cultural background of the ST-S and the ST-R on the one hand, and the TT-R, on the other (1991: 6).

Inoltre, Daniel Gile propone una definizione del profilo pratico e professionale della disciplina, intesa come un’attività al servizio della comunicazione:

[…] Interpretation differs from translation in that the Sender (the speaker) generally speaks either to the target-language listeners only, […] or to both source-language listeners and target-language listeners. It should be noted that in interpreting, unlike translation, all parties concerned are aware of the communication situation, including possible difficulties associated with the interlingual and sometimes intercultural transfer (1995:21-24).

Le parole di Gile mettono in evidenza elementi fondamentali per comprendere cosa sia l’interpretazione dalla realtà dell’atto interpretativo che comprende fattori importanti come: la funzione comunicativa, il servizio di comunicazione, gli ambienti di lavoro, i destinatari del servizio, gli aspetti economici, la condotta professionale ed etica, ecc. L’autore concepisce, dunque, la traduzione e l’interpretazione come un servizio che si presta a qualcuno ed il cui successo dipenderà da molti fattori, tra i quali quelli esposti in precedenza.

Infine ricordiamo la definizione di Adolfo Gentile che riprende l’idea di servizio e fa riferimento esplicitamente al contesto situazionale e temporale, alla dimensione semantica, semiotica e pragmatica dello scambio comunicativo:

The essence of interpreting skills is to receive a message which is not formulated for the interpreter and to deliver that message in a form and a character indistinguishable from the original. The message includes all the elements which constitute the act of communication (comprising semantic, pragmatic and semiotic dimensions) in a particular temporal and situational context. The skills of an interpreter therefore extend beyond the linguistic and include the capacity to internalize and transmit the many nuances of a particular situation (1996:39).

Tutte queste definizioni, e molte altre, possono aiutarci a capire un po’ meglio cosa sia l’interpretazione e, secondo Alonso, unendo i vari elementi evidenziati dagli autori menzionati in precedenza, possiamo arrivare a dare una definizione globale:

L’interpretazione è un’attività professionale retribuita e, pertanto, soggetta a delle norme di comportamento professionale, che consistono nel trasferire un messaggio da una LO ad una LT per un determinato pubblico, in un contesto e situazione altrettanto specifici, cercando una corrispondenza pragmatica, semiotica e semantica del messaggio, mediante la comprensione di tutti gli elementi che lo costituiscono, per raggiungere così l’obiettivo di una comunicazione interculturale completa tra individui di lingue diverse servendosi dei chiarimenti necessari affinché sia efficace (1998: 20).

Poiché la traduzione e l’interpretazione sono attività strettamente legate al processo comunicativo, che, negli ultimi anni sta subendo enormi cambiamenti a causa dello sviluppo(c) matsukawa1971delle tecniche di comunicazione, è possibile che sia necessario, più prima che poi, integrare nuovi elementi a quelli già assimilati al concetto di traduzione ed interpretazione. Ci riferiamo, ovviamente, allo sviluppo delle nuove tecnologie che stanno trasformando il panorama della comunicazione e, di conseguenza, quello della traduzione e dell’interpretazione, come ad esempio nel caso dell’interpretazione remota, che non richiede più la compresenza autore-interprete-destinatario.

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